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Peppino e Titina
Film e Commedie
Eduardo



(1931)



Scene tratte dalla Commedia:
"Natale in casa Cupiello"
interpreti: Luca (Eduardo), Concetta (Pupella Maggio), Tommasino Luca de Filippo), Ninuccia (Lina Sastri)
Una delle commedie più famose. Siamo a Napoli, alla vigilia di Natale, Concetta Cupiello sveglia il marito Luca. L'uomo come ogni anno è assorbito totalmente dalla preparazione del Presepio.
Il figlio Tommasino, pigro e capriccioso, non condivide la sua passione, mentre l'altra figlia, Ninuccia, infelicemente sposata, sta per fuggire con il suo amante.

Mia Famiglia
Alberto Sogliano (Eduardo), annunciatore alla radio, non ha una vita familiare tranquilla: sua moglie pensa solo a giocare a carte e i figli frequentano compagnie poco raccomandabili.
E un giorno Alberto perde la parola.
Ma non si tratta di una paralisi...

Questi Fantasmi
Eduardo de Filippo, commediografo, attore e regista, nel 1946 mette in scena "Questi Fantasmi" con la compagnia "Il Teatro di Eduardo" dove lavora anche la sorella Titina, che interpreta la moglie. I due Lojacono si trasferiscono in un lussuoso appartamento per cinque anni gratuitamente purchè sfatino la leggenda che la casa sia infestata dai fantasmi. Maria, (Titina) che è all'oscuro di tutta la situazione, ha una relazione segreta con Alfredo Marigliano. Sorpreso nell'appartamento, Alfredo viene creduto un fantasma da Pasquale (Eduardo) che ne accetta i cospiqui doni. La moglie scambiando tanta ingenuità, per acquiescenza si accinge ad abbandonarlo. Quando torna per scappare con lei, l'amante lascia un'ultima ingente somma. Ma Lojacono crede davvero ai fantasmi?

Le Voci di Dentro
E' la storia di zì Nicola (Ugo D'Alessio), un fuochista napoletano, e dei suoi nipoti.
Il vecchio è chiuso ormai da anni in un ostinato silenzio di protesta e comunica solo con l'arte dei fuochi d'artificio.
Suo nipote Nicola (Eduardo) sogna un delitto: L'amico Aniello (Franco Angrisano) che viene assassinato dai vicini, i Cimmaruta.
Va poi alla polizia e li denuncia, prima di accertarsi del fatto...

Il Cilindro
Eduardo e Monica Vitti (Rita)

Il Cilindro
Atto unico (1965), rappresenta un basso napoletano dove vivono Bettina (Pupella Maggio) e Agostino (Eduardo), un vecchio disoccupato con la moglie e, in subaffitto, una giovane coppia anch'essa disoccupata. I quattro si trovano in una situazione difficile: o pagano i mesi arretrati o verranno sfrattati. Cercano con la fantasia e con la giovane Rita, di mettere in pratica l'"arte dell'arrangiarsi". Rita si mette sul pianerottolo in vesti succinte ed adesca gli uomini ai quali viene chiesto di pagare in anticipo. Poi, entrati in camera, sono invitati a consumare nel letto dove si trova il cadavere del marito finto morto. Ovviamente tutti scappano e se qualcuno reclama i soldi, interviene Agostino col cilindro in capo e con l'autorità che gli deriva, mette tutto a tacere. Fin quando un vedovo, scoperto il trucco, per ottenere ciò che vuole è disposto a pagare una cifra così alta che amore, morale e onore non hanno più senso. Il coro formato dagli abitanti del quartiere, applaude al generoso donatore che reclama una degradante contropartita: Rita stessa viene abbagliata dal miraggio del denaro e scappa.

Ditegli sempre si...
Michele Murri (Eduardo), uscito dal manicomio, ha un comportamento apparentemente normale se non fosse che prende tutto alla lettera, causando una lunga serie di guai a sua sorella Teresa (Regina Bianchi).
Quando Giovanni Altamura, un vicino, dà del pazzo a Luigi Strada, che corteggia la figlia Evelina, Michele decide di guarirlo.

Filumena Marturano
Commedia in tre atti scritta nel 1946 costruita su una vicenda familiare tratta da un episodio di cronaca napoletana. Filumena (Regina Bianchi) è una donna di mezza età e umili origini, ma ricca di intelligenza instintiva e di forza morale. Una donna che conosce le leggi della vita sulle quali si è formata. Da ex prostituta ha convissuto per venticinque anni con Domenico Soriano (Eduardo), dedicandogli la giovinezza e portandone avanti gli interessi economici. Domenico, appartenente ad un'agiata famiglia napoletana, intende sposare la giovane Diana di cui si è invaghito. Filumena fingendosi morente lo convince a sposarla. Celebrato il sacramento, egli insiste nel proposito di invalidare il matrimonio, e Filumena gli rileva l'esistenza di tre figli di cui uno avuto con lui. Domenico dopo vari tentativi per scoprire di suo figlio, si rassegna. Imparerà ad amare tutti e tre i giovani e confermerà definitivamente il proprio legame con Filumena.

Non Ti Pago
Commedia in tre atti scritta nel 1940 rappresenta un pò il gioco del destino. La vita di Don Ferdinando (Eduardo) che gestisce un Lotto avuto in eredità dal padre si scontra con quella di Mario Bertolini (Carlo Lima) suo impiegato e vincitore di quattro milioni con i numeri avuti in sogno dal padre di Ferdinando. Questi non vuole pagare poichè sostiene che il padre volesse dare a lui questi numeri, visto che era apparso nella casa prima abiatata da lui poi affittata dal Bertolini. Eduardo così contrappone alla verità dei fatti, quella dei sogni. Si creano una serie di equivoci e fantasie proprie della comicità di Eduardo. Dal giorno in cui Bertolini viene maledetto, non trova più pace, ed al suo pensiero di ritirare i soldi della vincita passa qualche guaio e gli capita qualche disgrazia. Bertolini stanco, restituisce il biglietto a Ferdinando che lo darà in dote alla figlia Stella prossima alle nozze con il suo impiegato. Don Ferdinando si sente vincitore; trionfa la sua fiducia nei sogni ed il suo amore paterno.

Napoli Milionaria
La commedia, scritta nel 1945, è un atto di accusa contro la corruzione e l'opportunismo. Siamo nel 1942 e il luogo dell'azione è uno stanzone sporco e affumicato dove abitano gli Iovine. Gennaro (Eduardo) e Amalia (Regina Bianchi) sono i due volti di un'Italia che stenta a riprendersi, il primo, onesto e indifeso, diventerà la coscenza riparatrice, l'altro è quello che si arrichirà sfruttando il prossimo. Nel primo atto assistiamo al momento drammatico in cui Gennaro, a causa di una denuncia, è costretto a finfgersi morto. Le cose si complicano quando iniziano i bombardamenti ed arriva il brigadiere Ciappa che non vuole essere preso in giro e non crede al coro di donne attorno al capezzale ma allo stesso tempo, è colto da ammirazione per il pover'uomo pronto a sacrificarsi. Nel secondo tempo (dopoguerra) Gennaro torna dopo quattordici mesi e trova la famiglia arrichita dai traffici compiuti durante la guerra. La piccola Rita è ammalata e solo la penicellina offerta dal signor Riccardo, una delle vittime di Amalia, forse la potrà salvare.

Il Sindaco del
Rione Sanità
Scritta nel 1960 la commedia racconta di Antonio Baccarano (Eduardo),conosciuto da tutti come il "sindaco" del Rione Sanità, da giovane ha avuto a che fare con l'ingiustizia e la sofferenza e per questo motivo, ha deciso di difendere gli uomini dalle leggi interpretate in malafede. Il dottor Fabio (Ferruccio Ceresa), pur non condividendo l'idea dell'amico Antonio, per un trentennio si è prodigato nel salvare la vita a quei feriti che si presentavano in casa Baccarano per raccontare la propria versione dei fatti. Fabio se ne vuole andare, fuggire da quell'ideale di giustizia che, a parer suo, ha prodotto una classe di uomini spregevoli e abbietti. Al contrario per il sindaco si tratta di un'umanità vittima dell'ignoranza e del sistema sociale che la sfrutta, incapace di difendersi se non con i propri mezzi. Antonio viene coinvolto in una lite e viene mortalmente ferito. Fedele ai propri ideali, per evitare che i figli lo vendichino, convoca Fabio e con la scusa di un saluto prima della sua partenza , lo costringe a stilare un certificato di morte naturale. Il dottore prima rifiuta, poi accetta di restare per raccogliere l'eredità di Antonio e per continuare la sua opera, senza più coperture, ma portando la verità fino in fondo.