Il Vesuvio è un classico
esempio di vulcano a recinto, costituito cioè da due edifici vulcanici
sovrapposti che risalgono ad epoche diverse. Il vulcano più antico,
detto Monte Somma ha una larga base circolare e termina con una grande
cerchia craterica in cui, in seguito alla famosa eruzione del 79 d.C., che
seppellì Pompei, Ercolano, e Stabia, si è poi formato il Gran Cono ossia il
Vesuvio. L'attività vulcanica del complesso vulcanico puù essere
distinta in tre periodi; il più antico e lungo va dalle origini
all'eruzione del 79 d.C., il secondo va dal 79 d.C. al 1631, mentre il
terzo corrisponde all'intervallo 1631 - 1944, gli stessi periodi segnano le
trasformazioni geomorfologiche, topografiche, florofaunistiche ed
antropiche del vulcano e del paesaggio circostante. La lunga vita del
Somma-Vesuvio è stata caratterizzata da una attività estremamente
diversificata, e cioè; da eruzioni principalmente effusive di modesta
entità, ( fomrazioni di coni, di scorie e colate di lava ), eruzioni
essenzialmente esplosive di media entità e di eruzioni catastrofiche
esplosive pliniane, tipo Pompei, nella quale si ha la formazione di una
colonna eruttiva alta alcune decine di chilometri, costituita da gas e
particelle solide (pomici, ceneri e frammenti litici). Dopo l'eruzione
del 1944 il complesso vulcanico si presenta con la sua parte più antica
costituita dal recinto del Somma (1133 m), da cui sorge il Gran Cono (1281
m), il diametro di base del complesso è di circa 15 Km mentre il diametro
del Gran Cono è di circa 4 Km, il cratere del Vesuvio è profondo 230 m.
Nonostante le continue minacce e distruzioni apportate dalle eruzioni, le
falde del Vesuvio sono fittamente abitate e intensamente coltivate, poichè
agli inconvenienti costituiti dalle eruzioni stesse si contrappongono gli
indubbi vantaggi offerti dalla fertilità del terreno. La zona basale è
costituito da appezzamenti orticoli, superato i 400-500 metri, l'impronta
dominante al paesaggio deriva dalla vite alevata a pergolato e a gradoni,
vi sono anche diffusi frutteti misti, (agrumi, peschi, loti, ciliegi,
susini, albicocchi, noci, ecc.). Oltre i 700 metri le colture cedono il
posto a estese macchie di bosco ( pinete, castagni, robine, ecc.), troviamo
la presenza delle ginestre, che tra maggio ed agosto diffondono nell'aria
un intenso profumo, esse hanno ispirato al Leopardi uno dei suoi canti più
significativi.