Massimo    Troisi
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La Smorfia
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Attore napoletano, (San Giorgio a Cremano, Napoli 1953 - Ostia 1994), l'ultimo dei commedianti più rappresentativi del cinema napoletano.
Simpaticone nella vita così come sullo schermo, Troisi otteneva sempre tanto successo, anche a Nord, sebbene preferisse le espressioni dialettali partenopee, sempre apprezzato anche dalla critica, con poche riserve.
Il suo umorismo era basato soprattutto sulla semplicità, sulle piccole cose della vita piccolo borghese di ogni giorno, con frasi spesso smozzicate, ricche di puntini sospensivi.
Il fenomeno TRoisi, di un cinema napoletano originale che diventa nazional-popolare, un fenomeno esploso nel 1981 con Ricomincio da tre, storia di uno svagato giovanotto partenopeo che parte da Napoli senza una lira e che ognora si ritrova a dover cominciare tutto daccapo.
Quando la copia del film fu pronta si era convinti che avrebbe incassato poco, Troisi avrebbe voluto farlo uscire nel periodo d'oro natalizio, nell'80, ma gli esercenti, data la modesta popolarita dell'attore, noto soltanto come componente del complesso cabarettistico della Smorfia e dato lo scarso richiamo del cast, ne rimandarono la programmazione per quasi tre mesi, convinti che la pellicola avrebbe fatto fiasco.
Invece il film ottenne in tutta Italia un successo sorprendente, con un incasso sbalorditivo, Troisi ottenne anche vari riconoscimenti, quasi tutti quelli nazionali disponibili.
Nella sua seconda pellicola Scusate il ritardo, ritardo perchè realizzato quasi tre anni dopo il primo film, Troisi agiva nella Napoli del dopo terremoto, nei panni di un disoccupato che vive a carico della famiglia e soprattutto del fratello maggiore.
Ai quotidiani problemi aggiungeva anche quelli dell'amico Lello Arena, abbandonato dalla ragazza per incompatibilità di carattere.
Locandine di Massimo Troisi
in compagnia di
Giuliana De Sio nel film:
Scusate il rirardo
Memorabile il duetto con il parroco, sulla statua della Madonna che piange: "Bisognava che ridesse, così non c'era il dubbio di un fenomeno naturale, sarebbe stato davvero un miracolo".
Poi con Roberto Benigni, ecco nel 1984 un autentico campione d'incasso, Non ci resta che piangere, folle scorribanda tra due pazzerelloni i quali si trovano scaraventati dai giorni nostri all'anno della scoperta dell'America e, siccome la sorella di Benigni era innammorata di un americano, i due pensano di impedire la scoperta dell'America.
Locandina di Massimo Troisi
in compagnia di Roberto Benigni nel film:
Non ci resta che piangere
Dopo questo clamoroso successo continuò l'ascesa di Troisi, continuando ad essere se stesso, senza fingere e senza atteggiarsi a grande attore, questo fu il segreto del suo successo.
Nel quarto film che si avvalse della sua regia, Le vie del Signore sono finite, 1987, Massimo impersonava un paralitico psicosomatico, pronto ad alzarsi e a risedersi sulla carrozzella a secondo dei colpi di scena della vita.
Il quinto film,Pensavo fosse amore, invece era un calesse, 1991, è basato sul tema dell'amore, lui e lei si amano, un amore impossibile, si lasciano, si amano, si lasciano ancora.
Un uomo e una donna sono troppo diversi per sposarsi ed essere felici ... questa l'amara morale che suggella il film.
Breve ma intensa fu la sua vita, in quindici anni aveva realizzato 5 film come autore-regista-protagonista, mentre come attore ne aveva interpretati 6, di cui 3 diretti da Ettore Scola:Il viaggio di Capitan Fracassa, Splendor, Che ora è.
Gli altri tre Hotel Colonial, No, grazie, il caffè mi rende nervoso ed infine Il postino. Nel Settembre 1989, vince in coppia con Mastroianni, il premio per il miglior attore ottenuto al festival di Venezia, per il film "Che ora è", film che descrive una giornata faccia a faccia tra un padre agiato e un figlio scontroso, il quale sta completando il servizio militare a Civitavecchia.
I due non hanno mai comunicato, tentano di aprirsi l'un l'altro, ma non ci riescono.
Il film è pervaso da una triste venatura di tristezza, così come il "Postino", il cui ultimo ciak era stato dato appena 24 ore prima che Massimo, colpito da infarto ad appena 41 anni ci lasciasse per sempre.
Locandine di Massimo Troisi
nel film:
Il Postino
E dire che la vicenda del postino si chiude proprio con la morte del protagonista.
Liberamente tratto dal romanzo "Il postino di Neruba" di Antonio Skarmeta, l'ultimo film di Troisi si svolge su una isola italiana del Mediterraneo, dove il protagonista Mario, incontra Pablo Neruba in esilio nel 1952.
Mario è il suo postino personale in quanto il poeta è l'unico a ricevere posta in quell'isola, a poco a poco, Mario diventa amico di Neruba che gli insegna ad amare la poesia e gli parla dell'altra sua passione il comunismo.
Neruba lascia l'isola e Mario resta solo, sempre in attesa di notizie dal poeta che sembra essersi dimenticato di lui.
Comunque come ultimo omaggio a Neruba, registra al magnetofono le voci e i suoni dell'isola e compone una poesia in suo onore.
Cinque anni dopo il poeta torna nell'isola ma non trova più l'amico postino, era morto durante una manifestazione politica.