TERZO PERCORSO
Castel S. Elmo
Castel S.
Elmo:
In Via Angelini, voluta da Roberto d'Angiò, la
poderosa costruzione fu iniziata da F. di Vito e Tino di Camaino nel
1329 e terminata con altri architetti nel 1343. Alla metà del 1500
il castello fu riedificato da P.L. Scrivà, fu più volte assediato e
occupato. E' in parte scavato nel tufo, rafforzato da bastioni,
difeso da un fossato dal quale si levano le possenti cortine che ne
delimitano la pianta stellare allungata a sei punte.
Punto di avvistamento per evenuali attacchi via mare e, allo stesso
tempo, strumento di controllo e repressione verso la città. Nel
1538, a lavori quasi ultimati, viene posta sul portale d'ingresso
l'epigrafe commemorativa sormontata dallo stemma dell'imperatore
Carlo V con l'aquila bicipite asburgica. Nel 1987 un fulmine
colpendo il deposito di munizioni, danneggia la chiesa, costruita
nel 1547 da Pietro Prato, posta sulla piazza d'armi, gli alloggi
militari e la palazzina del castellano. Nel 1599 si dà inizio ai
lavori di ristrutturazione ultimati nel 1610, lavori affidati
all'architetto Domenico Fontana.
Dal 1604 la fortezza è usata
come carcere per i prigionieri politici. Con l'Unità d'Italia, il
Castello è adibito a carcere militare fino al 1952, rimane al
Demanio militare fino al 1976.
Seguiranno dei lavori di restauro
durati sette anni e nel 1982 il complesso è passato in consegna alla
Soprintendenza Speciale per il Polo Museale di Napoli.
Oggi vi si tengono spettacoli teatrali, mostre e convegni.
Certosa San
Martino:
La Certosa napoletana, dedicata a San Martino vescovo di Tours,
viene fondata per volere di Carlo, duca di Calabria, figlio di
Roberto d'Angiò. Per la sua realizzazione troviamo Tino di Camaino e
Attanasio Primario.
Gli interventi di ristrutturazione e ammodernamento di tutto il
complesso monastico è datato tra la fine del Cinquecento e il
Settecento e con Cosimo Fanzago, l'intera Certosa assume una veste
pienamente barocca, con prevalenza di intarsi marmorei della chiesa
e a lui spetta l'invenzione del Chiostro Grande.
Con l'Unità d'Italia soppresso l'ordine religioso e divenuta
proprietà dello Stato, la Certosa viene destinata nel 1866 a
Museo di Patrie Memorie.
La Chiesa : è nel grande cortile ed è da considerarsi come un
grande museo della pittura e della scultura del Settecento, le
cappelle al lati delle navate sono rivestite da preziose opere.
L'altare maggiore 1705 è in legno dorato e dipinto a perfetta
imitazione del marmo. Le grandi tele alle pareti sono dei più
grandi artisti del XVII secolo, Massimo Stanzione, Battistello
Caracciolo, Guido Reni. Nella sagrestia monumentale vi sono armadi
in noce 1587-1600 realizzati da artisti fiamminghi e napoletani. La
Cappella del Tesoro include il capolavoro della Pietà di
Ribera 1637 sull'altare, e nella volta il Trionfo di Giuditta
1704 di Luca Giordano.
Le Opere Pittoriche : sono nelle sale della Certosa, la
collezione documenta la vita e gli avvenimenti storici di Napoli e
del Mezzogiorno.
Le Sale dei Presepi : inaugurata nel 1879 con la collezione
del Cucinello con un meraviglioso scenario collocato all'interno di
una grotta artificiale, vi sono preziosi pastori dati in dono dai
più famosi modellatori del Settecento e dell'Ottocento.
La Sala est e nord : vi sono rappresentate immagini ed
oggetti che narrano le vicende storiche di una città dall'anno
Quattrocento all'Ottocento, dalla rivolta di Masaniello in Piazza
Mercato 1647, all' epidemia di peste del 1656, vicende che vanno
dall periodo Angioino fino all'Unità d'Italia.
Collezioni Arti Decorative : con l'esposizione di manufatti
d'arte decorativa come le maioliche, porcellane, vetri, specchi e
oggetti in materiali preziosi come l'avorio o il corallo.
La Sezione Teatrale : Raccoglie ricordi e curiosità sulla
storia della grande tradizione del teatro napoletano come il busto
raffigurante Raffaele Viviani, Vincenzo Gemito e Saverio
Gatto.
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