A 25 Km da Napoli, abitanti
(pompeiani), situata presso le pendici orientali del Vesuvio, di origine
osca secolo VIII a.C., conobbe l'influenza greca, etrusca e alla fine del V
secolo fu conquistata dai sanniti, dopo la vitoria di Roma su questi ultimi
divenne città romana. Nel 62 d.C. fu colpita da un grave terremoto, ma
nel 79, l'eruzione del Vesuvio la seppellì sotto uno strato di cenere e
lapilli alto circa 6-7 metri, i primi scavi risalgono alla metà del 1700,
ma solo dopo l'unità d'Italia le campagne archeologiche restituirono parte
della città agli studiosi e ai turisti.
Al momento del disastro Pompei era una città di circa 15000 abitanti, cinta
da mura con 8 porte per un perimetro di circa 3 Km, era divisa in Decumani
da est a ovest e in Cardini da nord a sud.
CASA DEL FAUNO, grande dimora del II secolo a.C., i suoi mosaici e
il fauno, che le da il nome, sono rispettivamente al museo nazionale e al
museo archeologico di Napoli. PORTA MARINA, con due archi a volta, aperta a mezza costa sul fianco
della collina, inaccessibile per il forte pendio al transito dei carriaggi,
è la sola porta della città che sbocca verso il lato di ponente e la linea
dell'antico lido. L'Antiquarium, è diviso in 4 sale ed espone i materiali che
risalgono al periodo osco, sannitico e romano, pregevole la statua di
Livia, moglie di Augusto, scoperta nella villa dei Misteri. TEMPIO DI APOLLO, di epoca sannitica, circondato da un portico a
colonne, sulle quali erano disposti simulacri di varie divinità, s'innalza
al centro dell'area sacra, le statue di Apollo e di Diana
sono copie di quelle originali, ora al museo nazionale di Napoli. IL FORO, è al termine della via Marina, intorno alla grande piazza
rettangolare erano disposti i principali edifici pubblici e religiosi
della città, ai lati corti, il Tempio di Giove e la Curia, al lato di
ponente la Basilica e il Tempio di Apollo, a oriente il Comitium,
l'Edificio di Eumachia, il Tempio di Augusto, dei Lari, e il Macellum,
tutto intorno faceva mirabile cornice i colonnati dei portici e dei
loggiati, i più antichi in tufo, i più recenti di duro travertino. Tempio di Vespasiano, davanti al quale è posto un altare marmoreo a
rilievi che raffigurano una scena di sacrificio, Tempio dei Lari,
protettori di Pompei, costruito dopo il terremoto del 62, il
Macellum, mercato per l'approvvigionamento cittadino di età
tiberiana o claudia, con numerose botteghe, Edificio di Eumachia,
fatto costruire da una sacerdotessa dal nome Eumachia, per la corporazione
dei lavandai, tintori e tessitori. BASILICA, costruita verso la fine del II secolo a.C. è un imponente
edificio rettangolare, centro della città commerciale, sede di vertenze e
di giudizi e di contrattazioni mercantili, la Basilica, nell'estremo angolo
sud-ovest del Foro, con la sua grande area divisa in tre navate, a due
piani d'altezza lungo le navate minori, era il più monumentale di tutti gli
edifici pubblici pompeiani. Sulla parete di fondo si eleva il
tribunal. TEMPIO DI GIOVE, o Capitolium, del II secolo a.C., si
presenta su un alto podio sagomato di severe cornici, era il tempio massimo
della città, sacro alla triade capitolina di Giove, Giunone e Minerva. Lo
fiancheggiano due archi trionfali. TERME DEL FORO, via delle Terme, furono costruite nel primo periodo
della colonizzazione romana ed erano divise nelle sezioni maschile e
femminile, con una serie di nicchie disposte intorno alla parete,
fiancheggiate da telamoni, con la sua preziosa volta decorata a
stucchi, con il grande braciere e i sedili in bronzo, a sinistra dello
spogliatoio maschile è il frigidarium, in fondo allo spogliatoio è
il tepidarium rettangolare, da qui si accede al calidarium, a
fianco è la sezione femminile e in fondo l'ampia palestra. Casa di Pansa, via delle Terme, abitazione tra le più antiche e
grandiose della città, con giardino che ocupa l'intero isolato, di età
sannitica è divisa in vari appartamenti, Casa di Sallustio, di
origine sannitica, Casa del Chirurgo, via Consolare, con massiccia
facciata, risale al IV-III secolo a.C., nell'atrio vi sono stati trovati
vari ferri chirurgici visibili al museo archeologico di Napoli, Casa
della Fontana Piccola e la Casa della Fontana Grande, la prima
con fontana in mosaico la seconda, con fontana in mosaico e con le copie di
due statuine ora al museo archeologico di Napoli, Casa del Poeta
Tragico, via delle Terme, casa appartenuta a ricchi mercanti risale
all'ultimo periodo pompeiano ed era ornata da affreschi trasferiti al museo
nazionale di Napoli, nel pavimento a mosaico si nota un cane con la scritta
"cave canem", attenti al cane. CASA DEI VETTII, vico dei Vettii, sontuosa residenza di ricchi
mercanti, l'ingresso è ornato da una raffigurazione di Priapo contro
la iettatura, per le sue decorazioni, rappresenta il lusso del ceto
mercantile negli ultimi decenni della vita della città, ne erano
proprietari A.Vettio Conviva e A. Vettio Restituto, nell'atrio della casa è
il Larario, finemente decorato a stucco e dipinto: contiene la
rituale raffigurazione del Genio familiare fra i due Lares: al di
sotto è il serpente agathodemone in atto di libare le offerte. Casa degli Amorini dorati, via Vesuvio, elegante residenza del
periodo neroniano, con stanze da letto dipinte ed interessanti
decorazioni. CASA DELLE NOZZE D'ARGENTO, ebbe questo nome perchè fu scoperta nel
1893 quando i sovrani d'Italia compirono i 25 anni di matrimonio, eretta in
periodo sannitico e trasformata in epoca romana. Casa di Vesonio Primo, detta anche di Orfeo per il dipinto di
Orfeo tra le belve nel peristilio, Casa di Lucio Cecilio
Giocondo, del proprietario, un banchiere, furono trovati libri
contabili e tavolette cerate, Casa del Centenario, scoperta nel
1879, 18° centenario dell'eruzione, Casa di Marco Lucrezio Frontone,
vico Lucrezio, con ambienti affrescati con decorazioni, Casa di Obellio
Firmo, di età sannitica, Terme Stabiane, risalgono al II secolo
a.C. e sono le prime sorte nella città. TEATRO GRANDE, risale al III-II secolo a.C. e fu ingrandito sotto
Augusto, poteva contenere 5000 spettatori, dietro il teatro si estende il
vasto quadriportico, luogo di incontro degli spettatori, che in periodo
neroniano divenne Caserma dei Gladiatori. Teatro Piccolo, fu edificato dopo l'80 a.C., coperto, con doppio
ordine di gradinate, conteneva 1000 spettatori, vi si tenevano cincerti e
spettacoli. TEMPIO DI ISIDE, via del Tempio di Iside, tempio coperto di
decorazioni trasferite al museo archeologico di Napoli, l'altare è al lato
della gradinata; da una costruzione laterale quadrata una scala portava a
un vano sotterraneo in cui si conservava l'acqua del Nilo per i riti
purificatori, dietro il santuario in una vasta sala si riunivano i fedeli e
si svolgevano rappresentazioni sacre. Casa del Citarista, via Stabiana, prende il nome dall'Apollo
Citaredo che vi fu rinvenuto e che è ora al museo archeologico di
Napoli insieme alle decorazioni pittoriche. VIA DELL'ABBONDANZA, corre lungo i nuovi scavi, il quadro vivo di
una città mercantile e industriale, quale era Pompei negli ultimi decenni
della sua esistenza, ci è offerto da questa via, dove la strada e la casa
riacquistano e conservano, mediante gli scavi e i rastauri, tutti i loro
elementi struttivi, architettonici e decorativi. Officina di Marco Vecilio Verecondo, vi abitavano un tessitore e un
feltraio, nei dipinti dell'ingresso sono raffigurati le immagini di
Mercurio e di Venere, Fullonica di Stefano, è una
tintoria-lavanderia con abitazione, Casa del Larario, prende il nome
dal Larario decorato dove sono riprodotti in stucco episodi dell'Iliade,
Casa del Criptoportico, adibita a cantina di cui si vedono le
anfore. CASA DEL MENANDRO, vasta ed elegante abitazione dove furono trovati
un ritratto del poeta Menandro e i pezzi in argenteria ora al museo
archeologico di Napoli. Casa del frutteto, prende il nome dalle stanze con raffigurazioni di
limoni, fichi, susini, ciliegi, corbezzoli, Casa dell'Efebo, prende
il nome da una statua che vi fu trovata e la pavimento ad intarsi
marmorei. CASA CORNELIO RUFO, nobile esempio di casa patrizia della gens
Cornelia, il busto del proprietario fiancheggia una delle antae del
tablino. Schola Armaturarum, costruita nell'ultimo periodo pompeiano ed è una
grande aula dove furono rinvenute varie armature, Casa di Loreio
Tiburtino, dimora lussuosa, con varie stanza dipinte a colori diversi,
Villa di Giulia Felice, alla sontuosa abitazione della padrona, si
affiancano piccole terme e botteghe con abitazioni date in affitto ,
Palestra Grande, piazza dell'Anfiteatro, risale all'inizio del
periodo imperiale ed era il centro di esercitazioni ginnico sportive
dell'associazione Juventus Poppeiana, per i giovani della città,
Anfiteatro, si trova al lato della palestra e sorse intorno all'80
a.C., è quindi il più antico anfiteatro romano giunto fino a noi, le sue
dimensioni consentivano circa 12000 spettatori, Villa di Diomede,
molto elegante, da una scala si giunge al peristilio con bagno e piscina
fredda, il loggiato è aperto su un'ampia terrazza, Villa dei
Misteri, risale alla prima metà del II secolo a.C., fu in seguito
trasformata ed adattata a villa di campagna, edificio a forma di dado
profilato da arcature, vi è il "Salone del Grande Dipinto", che rappresenta
le fasi d'Iniziazione delle spose ai misteri dionisiaci, di cui era
ministra la proprietaria della villa. VIA DEI SEPOLCRI, nella resurrezione della città con le sue case e
con le impronte delle sue vittime soffocate dall'angoscia dell'asfissia,
son tornati alla luce a pompei i sepolcri e i mausolei dei morti, allineati
lungo le grandi strade che dalle porte conducevano a Napoli, a Nola, a
Nocera. L'ombra folta dei cipressi sembra porre ancora una nota di umano
compianto sul tragico destino della città sepolta. Madonna del Rosario, piazza del Santuario, la basilica fu costruita
nel tardo 1800 e si concluse con la facciata di G. Rispoli, dominata alla
sommità dalla statua della "Madonna" eretta da G. Chiaramonte nel 1939, del
1925 è l'alto campanile isolato ornato da sculture. L'interno, coperto da
grande cupola, è a tre navate, all'altare maggiore è esposta l'effige della
Madonna di Pompei, tempestata di gemme.