L' ERUZIONE DI POMPEI DEL 79 d.C.



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Vulcano
1631
1900
Pompei
Ercolano
LA STORIA
L'eruzione vulcanica del 79 d.C. detta anche eruzione Pliniana, altamente esplosiva prende il nome da Plinio il Vecchio che vi morì e da Plinio il Giovane che la descrisse nei suoi eventi drammatici.
Dopo il lungo periodo di quiescenza del vulcano (700-800 anni), nel magma andava aumentando sia la viscosità che il contenuto in gas a causa del lento e progressivo raffreddamento. Tra il magma a 2-5 Km di profondità e l'acqua si interponeva una spessa crosta di magma solidificato. Quando la pressione dei gas nell'interno della camera magmatica ruppe questa crosta, iniziò l'eruzione.
In meno di 24 ore l'eruzione ebbe la potenza di distruggere completamente diverse città e coprire di cenere o bruciare con piogge acide la fertilisima campagna, le violenti esplosioni formarono una gigantesca nube di ceneri, pomici, blocchi e gas, a forma di pino, che arrivò a circa 17 Km di altezza.
I componenti della nube, raffreddandosi rapidamente, precipitarono depositando in poche ore strati di pomici che seppellirono quasi completamente Pompei, Ercolano e le zone circostanti il Vesuvio.
Poi verso la mezzanotte, l'eruzione cessò e molti ritornarono incautamente alle proprie case, ormai interamente o quasi distrutte.
La fase di stasi durò circa dieci ore.
Successivamente verso le 6 del 25 agosto un terremoto ed una tremenda esplosione sconvolse il Vesuvio, una nuova esplosione creò una nube di cenere che fece piombare nell'oscurità l'area compresa tra Capri e Miseno.
Essa crolando sotto il suo peso, produsse una valanga di gas, frammenti magmatici e materiale solido lungo i pendii del vulcano che seppellì nuovamente Ercolano sotto uno strato di fango spesso dai 15 ai 25 metri.
Così, in soli tre giorni, Pompei, Ercolano e Stabia e le zone circostanti furono distrutti dalla furia del vulcano che provocò oltre 2000 vittime.
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